mercoledì 17 agosto 2016

LA BUCA DELLA BOMBA

Parliamo oggi di... una storia vera??! Una leggenda??!?! Di sicuro del vero c'è, e ci sono le prove... sul passato della Buca della Bomba.

Si tratta di una piccola cavità (numero di catasto: 468 MA PU) posta sul monte Val Canale (ai margini del massiccio del monte Catria) sopra l'abitato di Serra Sant'Abbondio, alle coordinate 43°29'29.2"N - 12°44'19.1"E (WGS84), alla quota di 797 m slm. Dallo sviluppo accertato di 12 m e dislivello 4 m, si presenta come una grotta di interstrato che si apre in un piccolo sprofondamento nel terreno, nella formazione del Bugarone.
Rinvenuta alla fine degli anni Novanta su segnalazione degli abitanti di Serra Sant'Abbondio, la grotta ha restituito una bomba inglese del 1917, circa 40 proiettili del 1942, un bengala e un cavalletto di fucile, recuperati dagli Artificieri dopo la segnalazione ai Carabinieri.
Secondo la popolazione locale ci sarebbe un secondo ingresso una cinquantina di metri più in basso: un'esplosione, giustificabile con la ingente frana che ostruisce la prosecuzione della grotta, la avrebbe occlusa, seppellendo presumibilmente i cadaveri di 30 partigiani scomparsi dal paese e dispersi sulla montagna (da qui il secondo nome della grotta, "Buca dei Partigiani"). Il secondo ingresso non è ancora stato ritrovato, ma un buco di 2-3 m di sviluppo, circa alla stessa quota ma più a Nord, sì. A ogni modo all'interno della grotta non si percepiscono correnti d'aria.
Queste informazioni sono state raccolte nel 1999 dagli amici del Gruppo Grotte Città di Senigallia.
Dal punto di vista biospeleologico si segnala la presenza di circa 23 geotritoni adulti e altrettanti piccoli notati nella ricognizione del 7 giugno 2009.

Non ci stupiamo della presenza di bombe in zona: del resto, lungo la strada che conduce alla grotta (fonte della Gingualdese e dintorni) sono ancora intuibili piccole trincee scavate durante l'ultimo conflitto.
Vicina è inoltre la Grotta dei Ciambotti (470 MA PU) alla testata della valle delle Balze della Porta, sopra Caprile, dove la memoria locale colloca un rifugio per soldati in fuga.
Infine, alla Buca del Diavolo a Balze degli Spicchi (318 MA PU), sul versante opposto, fino a pochi anni fa era ancora presente un'ogiva di un proiettile antiaereo ed è testimoniata la presenza di una cassa di munizioni all'epoca delle prime esplorazioni speleologiche; è tuttora presente parecchio cavo telefonico di guerra.

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