sabato 6 agosto 2011

RISULTATI DEL CAMPO ESTIVO AL MONTE CATRIA


I tramonti del Catria

Con base al rifugio del Boccatore, il campo estivo ha coinvolto cinque speleologi (Anzelmo, Pinky & Panky, Quattrassi, Sosty) e prodotto i seguenti risultati:

27 luglio: Sistemazione, Pozzo Majo Dopo alterne vicende si arriva al rifugio alle 11:00, si sistemano i materiali e si pranza. Sonnellino per Quattrassi e alle 15:00 si va al Pozzo Majo sotto una pioggia sempre più insistente. Nel buco alto dimora un gufo o qualcosa di molto simile: entra Anzelmo e superando il punto stretto si trova in un ambientino con un cunicolo verticale che si sviluppa verso l'alto per 2-3 m, mentre in basso si perde in fessure impercorribili ma facilmente lavorabili. Il test dell'aria dice che c'è circolazione in entrata ponendo l'incenso in basso, circolazione in uscita in alto: di solito non è un buon segno. La prova del nove la fornisce il buco basso: scendendo sulla giusta giusta corda da 15 fino in fondo al pozzo scoperchiato, si verifica stavolta una circolazione d'aria uscente in basso ed entrante in alto. CVD. A innescare tale circolazione potrebbe essere il camino alto, che presumibilmente comunica con l'esterno. Si tenta di aprire la strada nel cunicolo basso, ma guadagnato un metro ci si ritrova nelle fessure impercorribili di cui sopra… DOVREBBE trattarsi di uno sporco anello, tuttavia sassi scagliati da sopra non vengono uditi sotto, quindi non si può affermare nulla di certo. Mah! Le intenzioni di andare a chiudere la giornata al Buco della Strada Forestale vengono cancellate dalla pioggia ancor più intensa

28 luglio: Buca del Mascarello, Grotte dei Codalini, Caverna la Chiesola In mattinata al monte Acuto per visionare la Buca del Mascarello (o Grottone, o Grotta del Mandrale – erroneamente iscritta a catasto come Buca del Mascaniello). La si trova facilmente scendendo una strada sotto Bocca della Valle: quando la mulattiera diventa sentiero, sulla destra si scorge l'ampio cavernone. Nulla di rilevante: Anz risale anche il camino interno, già esplorato almeno due volte in passato (una – forse la prima - dal nostro gruppo il 30 gennaio 1982); al solito si posiziona e rileva il tutto. Si decide di andare alle grotte dei Codalini. L'itinerario di avvicinamento più rapido e sicuro consiste nel lasciare l'auto sotto il rifugio di Cupa delle Cotaline, quindi percorrere la SP105 fino al cartello del suo km 14 e da lì scendere un'ottantina di metri, prima nel bosco e poi nel prato. Lungo lo strano giro seguito oggi, tra la nebbia fitta, si fa ripetutamente vedere da vicino il muflone fotografato da Fabio il 1° ottobre scorso! Arrivati alle grotte si nota subito una certa confusione con i numeri e i nomi apposti all'ingresso (invertite la 1 e la 3). Non appena rischiara un po' Anzelmo e Pinky si rendono conto di trovarsi sopra "l'Altare" raggiunto il 3 luglio scorso, in un punto inquadrato da una foto scattata allora: perfetto! La Grotta I dei Codalini è la sala da pranzo del muflone, la II (o Grotta delle Capre) il suo bagno (!), mentre la III non sembra essere frequentata dal muflone… ed è la più interessante. C'è una certa circolazione d'aria in uscita: si scende alternando cunicoli e frane a sale e gallerie (anche grandiose e concrezionate!) fino a un laghetto/tappo di fango. Con una bizzarra ma gustosissima tirolese sopra di esso si arriva a un cunicolo forzato dal GSM negli anni '90 che conduce a una salettina chiusa da un cunicolo semisifonante che non sembra condurre da nessuna parte. Fuori dopo qualche ora, a tarda sera si va alla Caverna la Chiesola, rilevata e posizionata: nulla di rilevante, il solito camino che genera le caverne della zona chiude

29 luglio: Buca del Diavolo a Balze degli Spicchi, Abisso Belfagor Con moltissima calma questa mattina si parte per il Pian d'Ortica e per la carbonaia di Belfagor. Dopo qualche (grossa) dimenticanza (l'imbrago di Quattrassi!) si arriva alla carbonaia del vecchio campo alle 14:00 circa, quindi dopo pranzato Anzelmo e Pinky entrano nella Buca del Diavolo a Balze degli Spicchi per visitarla e rilevarla. Si era sempre supposto che fosse l'ingresso alto del vicino Abisso Belfagor: nulla di tutto ciò, si tratta di un pozzo di una dozzina di metri che dà in una sala (con scritta dello Speleo Club di Gubbio del 1977!) intasata da un franone non soffiante, con tanto di cavi abbandonati, un paio di fumogeni (portati via insieme a qualche altra solita immondizia) e… l'ogiva di un proiettile antiaereo (Mingo dixit) della Seconda Guerra Mondiale, segnalata da una freccia rossa! Si rileva e si disarma in fretta… anche se non dovrebbe trattarsi di nulla di pericoloso. Raggiunti gli altri si entra tutti insieme a Belfagor: oggi sì che c'è aria in uscita! Superato il Manzalmeandro, al solito si verifica aria in uscita anche all'attacco del pozzo: bene. Si scende e si risale al Ramo del Martello (dove vengono messi ancoraggi definitivi): l'aria ENTRA nel ramo, ovvero sale dal fondo della grotta… e va a finire nel camino impercorribile ma facilmente lavorabile: possibile che torni nel ramo principale? Si fa il rilievo fino al ponte, quindi si scende al fondo rilevando il Meandro dei Bambini: c'è aria sia nel Meandro di Sinistra che nel Meandro di Destra, ma mai quanta nel Manzalmeandro. Mah! Si Risale in cima al pozzo e prima di infilarsi nel meandro Anzelmo si arrampica nel soprastante caminetto che si supponeva comunicasse con la Buca del Diavolo: zero aria e l'ipotesi è quantomai fuori luogo vista l'altimetria. Il grosso dell'aria esce invece… dalla prosecuzione naturale del Manzalmeandro, che a questo punto deve essere rivalutata! Sempre ammesso che non comunichi in qualche modo con il Ramo del Martello, ma allora comunque un grosso quantitativo di aria sarebbe disperso, non ritrovandosi nei meandri del fondo. Si esce e in serata se ne vanno Panky e Quattrassi

30 luglio: Abisso Drenacrom Rimasti in due si scende nel cosiddetto Buco del Catria per concludere il rilievo e valutare le correnti d'aria. Oggi la grotta aspira: si scende in scioltezza fino a "Chi la Dura la Vince", (poco sopra si riprende il rilievo dove si era abbandonato lo scorso 30 aprile), al bivio l'aria scende tutta verso il fondo. In "Tutte a Noi!" l'aria dello specchio di faglia laterale viene verso il fondo. Anche nel salone sotto la "Roulette Russa" l'aria incredibilmente non viene aspirata nello specchio di faglia ma butta chiaramente, risalendo verso "L'Uomo Penitente Passerà", dove Pinky sente freddo dalla guancia giusta (quella verso l'esterno). Si scende in fondo fin sotto la frana dove si conclude il rilievo, a -185: oggi il torrentello è in secca ma prosecuzioni percorribili non ve ne sono. Oltretutto c'è movimento d'aria sotto la frana ma non si riesce a capire bene dove vada a finire. Resta una possibilità: una finestra notata la volta scorsa, a 5 m dalla base dell'ultimo pozzo. Anzelmo risale quei pochi metri, si allunga con l'incenso acceso e… sembra che la finestra si aspiri tutta l'aria!! Forse è psicologia, ma la volta prossima ci sarà qualcosa da fare quaggiù. Del resto la frana alla base del pozzo non aspira oggi l'aria che la volta scorsa sembrava soffiar su con una certa intensità. Fuori alle 20:00, essendo entrati alle 10:30

31 luglio: riposo – Croatoan, Draghi/Maghi/Spaghi Un meritato riposo, nella mattina in cui arriva la neobattezzata Sosty (Sara) a Chiaserna. Timido bagno (l'acqua è gelata!) sotto le cave di Valdorbia, quindi si sale al monte Acuto da Chiaserna dove si va a rivedere Croatoan (ritrovato quest'inverno): sembrerebbe aspirare aria, quindi ci sarebbe inversione di corrente tra inverno estate, ma la corrente stessa ne è poco convinta. Un tentativo si può comunque fare. Si va a vedere il complesso delle tre cavernette Buca dei Draghi / Buca dei Maghi / Buca degli Spaghi, segnalate da Fabio il 1° ottobre scorso: nulla di interessante, tantomeno catastabile. Tornati al rifugio dopo le 18:00 sotto una gradevole pioggia

1 agosto: Buca sopra la Caccia Maestra, Buco della Strada Forestale In una giornata in cui si sarebbe dovuto visitare due risorgenze sopra Cantiano (si rinuncia perché salire da sotto è come attraversare la giungla, in questo periodo!) si ottengono telefonicamente informazioni riguardanti la posizione di Acqualand: si tratta di un ampio ingresso posto presso un lecceto ben evidente sul Tenetra dal Ponte Romano della Gola del Burano, in un canale sottostante i soli prati visibili. Da poco prima del Ponte Romano è possibile salire dal basso per un sentiero (individuato un anno e mezzo fa) che sbuca in uno stradone mediano. Il canale giusto è quello a sinistra (salendo) di quello "inforrato" che da sotto sembra presentare un salto alto e va risalito per un'ottantina di metri fino a trovarsi di fronte all'ingresso della grotta. Salendo per la strada che collega Acquaviva di Cagli al monte Tenetra si lascia l'auto nei pressi di vecchi tabelloni della RAI e si scende il canale sottostante (va riconosciuto!): se si arriva allo stradone senza trovare la grotta si procede lungo questo verso Cagli fino a un canale da risalire per ottanta metri. Un'altra informazione riguarda una buca presso le Gorghe, ben nota a GSM e GSF che in passato la frequentavano spesso: come si era immaginato dovrebbe trattarsi della Grotta III dei Codalini. Non si va a cercare Acqualand vista l'ora, ma si sale sul monte Acuto a cercare un pozzetto individuato cinque anni fa a oltre 1500 m di quota. Lo si ritrova, sotto la pioggia: scende 5 m tra la frana. C'è un pizzico di circolazione d'aria entrante, ma potrebbe trattarsi di un breve ricircolo con fessure che portano all'esterno. Si effettuano rilievo e posizioniamento, battezzandolo Buca sopra la Caccia Maestra, dal nome del bosco sottostante. Scesi a Chiaserna Sosty se ne va e alle 19:00 si entra finalmente al Buco della Strada Forestale, dopo averlo invocato per tutta la durata del campo. Due anni fa Anzelmo e Fabio eravano scesi fin sopra a un salto di 8 m che per mancanza di corde non era stato sceso. Stavolta si passa la strettoia che vi accede (una 'S' fastidiosa) e giunti alla base del pozzo si nota che la grotta non finisce qui, come avrebbe dovuto essere da un rilievo del GSM del 1988: scende un'altra decina di metri fino a un meandro dove qualcuno (Città di Castello?) ha lavorato e che forse ha forzato. C'è dell'aria in uscita, poca in realtà, e forse è tutto un banale ricircolo (con l'incenso in alto l'aria entra), ma andrebbe rivista meglio. È anche una grotta carina!

2 agosto: riposo e rientro! Oggi si voleva spaccare il mondo e invece ci si è alzati tardissimo e con moltissima calma si è sistemato tutto il materiale nelle due macchine superstiti e salutato con altrettanta cautela il Catria

Tanti conti in sospeso chiusi, nuove prospettive aperte: dopo questo campo abbiamo un'idea più chiara delle possibilità esplorative del massiccio del Catria. Bella lì!

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