martedì 19 aprile 2011

VIA VANNA-BEATRICE AL TORRIONE DEGLI SVIZZERI (Frasassi - Genga, AN)

Il Torrione degli Svizzeri è quel bel pilastro roccioso posto sotto il Foro degli Occhialoni, in una delle zone più suggestive di Frasassi. È percorso integralmente da una vecchia via, Vanna-Beatrice, aperta nel 1971 dalla cordata Lino Liuti – Carlo Borioni (completando l'opera della cordata Gilberto Grattini – Giannetto Bifolchi – Gianni Barboni, che aveva aperto il primo tiro).
Negli ultimi tempi abbiamo deciso di recuperare questa bella via, ormai ingiustamente in stato di abbandono. Grazie a un finanziamento del CAI di Jesi e all'autorizzazione dataci dal Parco Naturale Gola della Rossa e Frasassi (Prot. 65/P del 07/01/2010) nel mese di ottobre 2010 abbiamo incominciato col richiodare le ormai pietose soste, aprendo anche una variante al terzo tiro, dato che quello già presente era caratterizzato da roccia friabile, oltre ad essere del tutto sprotetto seppur facile. Abbiamo perciò deciso di salire la placca soprastante la seconda sosta, garantendo così alla via una certa continuità per quanto riguarda la difficoltà e non togliendo nulla al suo indubbio fascino. Infine è stato possibile riattrezzare a fix i primi due tiri, nulla togliendo al fascino della salita in stile alpinistico con chiodi a fessura che abbiamo rigorosamente lasciato al loro posto.

ACCESSO: Da Pierosara di Genga percorrere il sentiero 117 in direzione del Foro degli Occhialoni, quindi scendervi dentro (cavo d'acciaio da usare come corrimano). È già possibile scorgere il Torrione degli Svizzeri, sulla destra in lontananza. Proseguire ulteriormente la discesa seguendo una traccia di sentiero che finisce su una parete da scendere su corrimano fisso (8 m): alla base è possibile raggiungere sulla sinistra l'ingresso della Grotta delle Penitenze, ottimo riparo in caso di pioggia; sotto si scende in un ghiaione per una quarantina di metri fino a trovare sulla destra l'attacco della via, distinguibile da una targhetta e da una vecchia bandierina gialla e rossa verniciata all'attacco della parete.


RELAZIONE:

Diff: I, R1/S1, max 6c/A1, obbligatorio 5c. Chiodi e fix inox 8 mm.
  • L1 – Dalla targhetta salire una fessura per 3 m senza protezioni fino a un terrazzino da cui parte un traverso ascendente fino alla sosta su 2 fix. (30 m, 9 fix, 6b)
  • L2 – Salire su placca fino a un pilastrino di roccia da superare; proseguire per un bel camino fino a un terrazzo. Sosta su 2 fix. (20 m, 5 fix, 5c)
  • L3 (originale) – Dalla sosta attraversare il terrazzo fino ad arrivare sotto una fila di fix: il tracciato originale si trova sulla destra ed è del tutto sprotetto nei primi 6-7 m per poi ancorarsi agli alberelli che si trovano lungo la salita. Il tiro è complessivamente facile, ma la roccia è molto instabile, soprattutto nella parte finale. Sosta su alberello, 2 m sotto il pulpito finale. (20 m, 1 cordino segnavia, 4a)
  • L3 (variante Ferazzani - Bonci) – Dalla sosta attraversare il terrazzo fino ad arrivare sotto una fila di fix, a sinistra del tracciato originale. Risalire lungo la linea con difficoltà crescenti fino a un leccio oltre il quale le difficoltà sono quasi azzerate: proseguire sulla destra. L'ultimo tratto va eventualmente protetto con cordini su alberi (su uno di essi vi è una fettuccia segnavia). Sosta su alberello, 2 m sotto il pulpito finale. (30 m, 6 fix e una fettuccia, 6c/A1)

USCITA: con 3 doppie lungo la via (calata più alta 35 m), oppure dall'alberello dell'ultima sosta scendere al forcellino che congiunge il torrione al monte di Frasassi, quindi arrampicare alcune paretine eventualmente da proteggere con cordini (roccia instabile, passaggi esposti – diff. max 3°/4°) fino ad arrivare al sentiero dei Scaloni. Da qui prendere a destra fino a raggiungere un cavo d'acciaio che supera un tratto esposto che porta in uno dei punti più panoramici di Frasassi. Si scendono infine i caratteristici "Scaloni" fino a ritornare in breve al Foro degli Occhialoni.

MATERIALE: corda da 70 m, almeno 10 rinvii, fettucce

NOTA: la via è purtroppo percorribile soltanto tra il 1 settembre e il 15 gennaio a causa del divieto di arrampicata stagionale. Uomo avvisato...

Anzelmo & Ferro


ALCUNE FOTO:

L1

L1

L2

L3

in cima!

Un grazie a Gianluca per le splendide foto!


RELAZIONE IN FORMATO STAMPABILE

6 commenti:

Giampiero Pigliapoco ha detto...

I miei complimenti per aver rivalutato un bellissimo pinnacolo, fatto però di roccia decisamente non buona. Ho fatto una delle prime ripetizioni e mi sono proposto di non tornarci più. Adesso con i fix dovrebbe essere decisamente più piacevole. Una annotazione, la via è stata fatta da un'unica cordata Borioni-Liuti.
Pierino

anZelmo ha detto...

Grazie Pierino! Provvederò a correggere. Però sapevo, avendolo letto su qualche guida ma anche da fonti orali, che Grattini-Bifolchi-Barboni ci avevano messo le mani per primi...
A proposito, conosci il perché del nome Torrione "degli Svizzeri"?

Giampiero Pigliapoco ha detto...

Non so il perchè di quel nome, penso però che sia stato dato per un voler avere un po' di Dolomiti nella nostra zona; vedi anche il nome "Parettone Oggioni"(forte alpinista della metà del secolo scorso). Sui primi salitori non ho dubbi, non so se erano stati fatti tentativi in precedenza ma certamente senza successo. Conoscendo la correttezza di Carlo B. ed in considerazione che eravamo tutti amici, se le cordate fossero state più di una, sarebbero state certamente citate tra gli apritori (vedi guida "Palestre di roccia della Rossa e Frasassi" del 1985 di C.Borioni, O.Gianlorenzi, E.Liscio della Sezione di Jesi del CAI)
Pierino

anZelmo ha detto...

Ok modificato, per ora lascio come "tentativo" la cordata Grattini-Bifolchi-Barboni ripromettendomi di chiedere a Gianni Barboni non appena lo vedo. Non sapevo del Paretone Oggioni, e infatti mi ero sempre domandato chi fosse il "signor Oggioni". Beh, al tempo anche le grotte venivano dedicate a gente famosa, vedi i "cunicoli Emilio Comici" alla Grotta del Mezzogiorno...!
Grazie Pierino, a presto!
Andrea

anZelmo ha detto...

Gianni sentito, relazione corretta: avevano aperto il primo tiro in artificiale, fermandosi sotto il camino. Il nome "Torrione degli Svizzeri" non deriva da nulla di particolare, fantasia pura... That's all!

Anonimo ha detto...

Complimenti per l'intelligente recupero della memoria storica dell'alpinismo classico della gola. Come per Pierino anche alla mia prima ed ultima ripetizione della via insieme a fabio perticarini pensai di non ritornarci più perche nel 1985 i cunei marci di legno della grande fessura mi rimanevano quasi in mano !!!! L'uscita in vetta al pinnacolo ripagò tutta l'ansia accumulata.Ambiente grandioso. Un grazie per il vostro lodevole impegno da Maurizio Rugeri di Civitanova Marche.